Epatologia

Afferente all’Unità Operativa di Medicina Generale, l’ambulatorio di Epatologia si trova al piano terra della Casa di Cura Giovanni XXIII e si occupa delle malattie del fegato.
Il fegato è l’organo più grande del nostro corpo ed è il viscere più complesso in termini di funzioni per l’organismo, lo si può pensare come una grande centrale chimica dislocata sotto il diaframma ed il costato destro. Le malattie da cui può essere interessato sono molte e caratterizzate da un ampio raggio di importanza e di gravità per la nostra salute.

Le epatiti virali sono le malattie del fegato più diffuse, ne esistono almeno sei forme classificate alfabeticamente in base ai virus che ne sono all’origine (A, B, C, D, E, G) anche se la distinzione principale viene fatta in base alla durata della malattia: epatite acuta (di breve durata), epatite cronica (della durata di almeno 6 mesi). Le forme più comuni sono la A, la B e la C.

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Epatite A

L’infezione ha generalmente un’incubazione di 4 settimane e l’esordio dei sintomi è brusco e comprende: anoressia, nausea, fiacchezza, indisposizione generale, dolore al fianco destro in corrispondenza dell’area epatica, possibili episodi di febbre e vomito.
Quando questi sintomi regrediscono inizia la comparsa dei segni tipici dell’epatite acuta: ittero (colorazione giallastra della cute dovuta all’aumento della bilirubina nel sangue), prurito, colorazione più scura delle urine.
Si trasmette per via oro-fecale attraverso l’ingestione di cibi e bevande contaminate da acque sporche.
L’epatite A è caratterizzata da un’evoluzione spontanea verso la guarigione completa e nel 90% dei casi si presenta in forme acute benigne che non necessitano di terapie, se non di supporto. Soltanto negli anziani e nelle persone immunodepresse può dare origine, molto raramente, a forme croniche.

Epatite B

I sintomi legati all’epatite B sono molteplici e a volte difficili da individuare, l’ammalato potrebbe anche essere un portatore sano che non presenta segni evidenti pur potendo trasmettere la malattia.
L’esordio dell’infezione può essere segnalato da:
• ittero
• affaticamento
• febbre
• prurito
• nausea e vomito
• dolore proiettato all’ipocondrio destro (sede di proiezione del fegato) ed eventualmente alla spalla destra
• feci chiare
• urine scure
La corretta diagnosi può essere fatta soltanto attraverso un esame del sangue mediante dosaggio dei marker virali specifici.
L’infezione da virus dell’epatite B può evolvere in 4 esiti diversi, che variano a seconda delle condizioni immunitarie del paziente:
1. Decorso acuto con completo recupero e acquisizione dell’immunità dall’infezione (89% dei casi),
2. epatite fulminante, può richiedere il trapianto di fegato e ha un tasso di mortalità molto elevato (1% dei casi),
3. infezione cronica, ha un decorso molto lento e può compromettere la funzionalità epatica nel giro di 10-30 anni con l’insorgenza di cirrosi epatica o di carcinoma primitivo (5-10% dei casi),
4. stato di portatore inattivo, non dannoso e poco contagioso (5% dei casi).

Epatite C

La sua diffusione avviene soprattutto per via ematica, la trasmissione per via sessuale avviene solo in presenza di cicli mestruali o di patologie urogenitali che causano lo scambio di sangue infetto. Il virus causa un’epatite acuta che, però, è spesso asintomatica. La malattia può diventare così cronica senza che il paziente se ne accorga e possa quindi curarla (80% dei casi). Solitamente i danni al fegato si presentano tra i 10 o i 30 anni dall’infezione.

Cirrosi

La cirrosi epatica è una malattia cronica caratterizzata da un continuo processo di danno e riparazione del fegato che ne altera la struttura trasformando l’organo in tessuto fibroso, con una riduzione progressiva della sua normale attività. La malattia è estremamente diffusa nel nostro Paese, dove si pone tra le più importanti cause di decesso e comporta elevati costi sociali. Le sue cause principali sono l’abuso di alcool, l’epatite virale cronica B o C, e le malattie delle vie biliari.
Nella fase iniziale la malattia è asintomatica e viene definita cirrosi compensata. Possono così passare degli anni prima che il paziente si accorga dei danni che il fegato sta subendo. I primi sintomi avvertibili dopo una continua degenerazione epatica sono: perdita di appetito, di peso e di massa muscolare. Negli stadi avanzati della malattia, durante la cosiddetta cirrosi scompensata, compaiono ittero, ascite, edemi agli arti inferiori, prurito, calo delle piastrine nel sangue con alterazioni della coagulazione e facili sanguinamenti.
Nelle fasi iniziali la terapia si basa sull’allontanamento dei fattori di rischio e delle cause della malattia (astensione dall’alcol, terapia anti-virale per i virus B e C) e in una dieta equilibrata che aiuti la rigenerazione del fegato. È necessaria anche una terapia farmacologica che riduca il rischio di complicanze.

Emocromatosi

L’emocromatosi, in passato chiamata anche diabete bronzino, è una malattia metabolica ereditaria che porta a un notevole accumulo di ferro nell’organismo, specialmente in fegato, pancreas, cute, cuore ed alcune ghiandole endocrine. Spesso viene sottostimata poiché molte persone non hanno alcun sintomo, anche nella fase avanzata della malattia. Oltretutto, qualora i sintomi siano presenti, possono presentarsi in modo diverso da individuo a individuo. Generalmente le manifestazioni compaiono dopo i 40 – 50 anni, quando la lenta azione tossica del ferro porta alla comparsa di gravi danni quali: cirrosi epatica, diabete, iper o ipotiroidismo, impotenza nell’uomo, amenorrea nella donna, sterilità, scompenso cardiaco e aritmie, artropatie e osteoporosi.
La terapia dell’emocromatosi è, quasi sempre, semplice e poco costosa: attraverso dei prelievi di sangue l’organismo viene stimolato a produrre nuovo sangue utilizzando il ferro in eccesso. Dopo che i depositi di ferro sono riportati alla normalità, si potrà ridurre la frequenza dei salassi.

Tumore primitivo del fegato (o epatocarcinoma, HCC)

Il fegato è spesso sede di tumori, più frequenti sono quelli secondari – che originano in un’altra sede e danno metastasi al fegato – ma non sono rari nemmeno quelli primitivi, che insorgono cioè direttamente nell’organo. Le principali cause del tumore primitivo del fegato sono l’epatite B e l’epatite C, soprattutto se hanno già dato esito alla cirrosi, per questo ai pazienti positivi a una di queste epatiti viene consigliato di effettuare controlli periodici.
Mentre i tumori di piccole dimensioni sono asintomatici, quelli più grandi possono invece causare dolori, sensazione di peso e di tensione all’addome e disturbi della digestione. Quando la malattia raggiunge stadi ancora più avanzati insorgono i sintomi dell’insufficienza epatica: ittero, ascite, disturbi della coagulazione ed ipertensione portale (condizione patologica in cui si ha un aumento di pressione nella vena porta, la vena principale che raggiunge il fegato).
Il tumore primitivo del fegato viene trattato attraverso alcolizzazione eco guidata o con altre metodologie (termo ablazione, microwaves, resezione) in collaborazione con i chirurghi della nostra struttura o con migliori centri di chirurgia. Da anni, una collaborazione particolarmente importante per ciò che riguarda la selezione dei pazienti da sottoporre a trapianto di fegato è in corso con il Centro Trapianti di Fegato della Università di Padova.

Steatosi epatica

La steatosi epatica o fegato grasso è una patologia cellulare legata all’accumulo intracellulare di trigliceridi che comporta una serie di danni fino alla necrosi della cellula. Il fegato grasso tende a svilupparsi quando si è in presenza di altre condizioni patologiche come l’obesità, il diabete o l’ipertrigliceridemia. Anche l’abuso di alcol, le diete estreme effettuate senza il supporto medico e la malnutrizione possono contribuire allo sviluppo della malattia.
La steatosi è asintomatica e di per sé non causa danni epatici, può però degenerare in steatoepatite, un’infiammazione che, in maniera simile alla cirrosi, porta a insufficienza epatica. Per questo è importante effettuare una diagnosi tempestiva, così che si possa intervenire sulle cause della patologia prima che si producano danni rilevanti.

Diagnosi

La diagnosi delle malattie del fegato si compone di aspetti di natura clinica, legata quindi all’esperienza e alla particolare competenza dell’epatologo. Questi si può avvalere inoltre degli strumenti tecnologici e delle competenze offerte dal Laboratorio Analisi, dalla Radiologia e dall’Anatomia Patologica della Casa di Cura Giovanni XXIII. Tra gli esami più facilmente effettuabili, l’ecografia rappresenta un ottimo modo per valutare la morfologia, l’aspetto del fegato e degli altri organi addominali.
Tecnologie e metodiche di studio all’avanguardia
Presso la nostra struttura è disponibile il Fibroscan, che permette di studiare la fibrosi del fegato mediante un semplice esame del tutto simile un’ecografia. Questa indagine, quando eseguita insieme a specifici esami di laboratorio, consente di ridurre in modo drastico il ricorso alla biopsia epatica, una delle metodiche più utilizzate in passato, per giungere ad una diagnosi definitiva nell’ambito delle malattie del fegato.

La Radiologia della Casa di Cura Giovanni XXIII ci offre gli strumenti più avanzati, come la TAC a 128 strati e la Risonanza Magnetica da 1.5 Tesla, per determinare la natura di singole lesioni del fegato, quali le malformazioni o la diagnosi di tumori benigni o maligni. La Risonanza Magnetica consente inoltre di visualizzare in modo estremamente preciso anche le lesioni delle vie biliari attraverso la colangio RMN che non prevede nemmeno l’uso di mezzo di contrasto. Siamo in grado inoltre di eseguire biopsie epatiche su singole lesioni attraverso la citologia/biopsia eco o TAC guidata, citoassistita.

Compendio a volte necessario per un corretto inquadramento di particolari malattie del fegato, quali la cirrosi epatica, è la Endoscopia digestiva, un Servizio della nostra Unità Operativa, che ci permette di eseguire l’esofagogastroduodenoscopia o colonscopia. Quest’ultima, tollerata a volte con difficoltà dal paziente, può essere eseguita in sedazione profonda con l’assistenza anestesiologica.

Tutta la serie di questi accertamenti può essere svolta ambulatorialmente, oppure mediante il ricovero presso la nostra struttura. Anche le terapie che dovessero essere necessarie sono praticate ambulatorialmente, attraverso il Day Hospital, o mediante il ricovero vero e proprio. Le malattie che vengono principalmente seguite sono: la steatosi epatica, l’epatite cronica B e C, la cirrosi e le sue complicanze, l’emocromatosi, il tumore primitivo del fegato.
Team dell’area epatologica
Il gruppo di medici è costituito da professionisti particolarmente esperti nell’ambito epatologico, membri delle Società Scientifiche Italiane, Europee e Americane dello Studio del Fegato. Il dott. Maurizio d’Aquino, Primario del reparto di Medicina, gastroenterologo, epatologo con lunga esperienza professionale in Italia, Inghilterra e Stati Uniti, è local organizer del prossimo Convegno Internazionale dedicato al virus della epatite C. I dottori Freddy Salinas e Giorgia Pagan, aiuti del reparto di Medicina, sono anch’essi gastroenterologi ed epatologi. Il gruppo partecipa attivamente a molti progetti di ricerca e collaborazioni nazionali ed internazionali.

Orari e recapiti

Prenotazione esami e visite epatologiche dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08:00 alle ore 16:00
Caposala – Tel. +39 0422 896474
Infermeria – Tel. +39 0422 896724
L’Ambulatorio di Epatologia opera sia in regime convenzionato che privato.

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