Donare tessuti quando si è in vita? Da oggi si può anche presso la Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier di Treviso

Donare un tessuto omologo significa sempre più migliorare le condizioni di vita di molti pazienti spesso vincolati a terapie lunghe e dolorose.

La Chirurgia Vascolare della Casa di Cura Giovanni XXII, diretta dal dr. Giancarlo Bisetto, da anni utilizza la vena safena omologa criopreservata per il salvataggio di arti severamente compromessi o considerati inoperabili, o in caso di infezione di protesi vascolari. La disponibilità della Banca dei Tessuti di Treviso, nella preparazione di tessuto omologo, ha consentito di ampliare le possibilità chirurgiche offrendo ai pazienti prospettive per una buona qualità di vita.

Ma non c’è trapianto se non c’è donazione!

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Per questo motivo la Dott.ssa  Flavia Petrin, Responsabile dell’Ufficio PrestazioniSanitarie e Presidente Nazionale AIDO, Associazione per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, ha promosso un progetto avviato il 13 dicembre scorso, progetto che offre ai pazienti operati di safenectomia la possibilità di donare la vena safena, un semplice rifiuto ospedaliero che si trasforma in un nobile tessuto.

Grazie al gesto della donazione e alla stretta collaborazione tra la Casa di Cura, la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso Onlus, il Coordinamento Ospedaliero Trapianti dell’Ulss 9 e il Centro Regionale Trapianti si è raggiunto un traguardo di indubbia soddisfazione non solo per gli operatori che partecipano direttamente a questa attività, per l’intera rete.

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